Toscana: il panforte senese

Il Panforte rappresenta Siena nel mondo e per i senesi è altrettanto importante quanto le contrade, il Duomo e la Piazza del Palio. Secondo la leggenda, in epoca medievale, una suora del convento di Montecelso, sorella Berta, ricevette in dono da un giovane dissoluto di un’importante famiglia senese, in cerca di riscatto, un sacchetto di spezie (allora molto preziose) e la ricetta di un dolce altamente energetico ottenuto impastando le spezie insieme a miele, canditi e molto zenzero: nacque così il Panpepato, l’antenato del Panforte. Il Panforte di Siena divenne presto un prodotto pregiato da esportazione al quale venivano attribuite perfino virtù afrodisiache. Veniva preparato quasi esclusivamente nei monasteri dai frati e dalle suore fino al 1829, anno in cui iniziò la produzione industriale da parte del negozio Panforti Parenti. Fu allora che vennero create le prime varianti del Panforte: quella al cioccolato che spopolò nei salotti signorili, e il Panforte Margherita, creato in onore della regina Margherita, giunta in visita a Siena nel 1879, reso più dolce grazie all’aggiunta di zucca, vaniglia e marzapane.

Ingredienti per per quattro persone: 200 grammi di mandorle, 200 grammi di noci, 300 grammi di frutta candita (cedro e arancia), 100 grammi di miele, 100 grammi di farina bianca, 100 grammi di zucchero, un cucchiaino di cannella in polvere, 60 grammi di cacao, un cucchiaino di spezie (coriandolo, chiodi di garofano, pepe bianco), zucchero a velo. Preparazione: sgusciate le noci e le mandorle, scottatele in acqua bollente, spellatele, tostatele in forno a 190 gradi per cinque minuti e tritatele grossolanamente. Unite in una terrina la frutta secca, i canditi tritati, le spezie, la farina ed il cacao. Fate sciogliere lo zucchero ed il miele con un cucchiaio di acqua a fuoco moderato finchè inizierà a bollire. Toglietelo dal fuoco e unitelo agli altri ingredienti. Mettete il composto in una tortiera livellandolo in modo che raggiunga un’altezza di circa un centimetro. Cuocete in forno preriscaldato a 150 gradi per 30 minuti circa. Lasciatelo raffreddare e cospargetelo con zucchero a velo

Abbinamento consigliato: VINSANTO DEL CHIANTI CLASSICO CASTELLO DI VOLPAIA

La Toscana è forse la regione italiana dove la cultura del vino vanta le più antiche tradizioni. Sono stati gli Etruschi, a partire dal VII secolo avanti Cristo, i primi a coltivare la vite in questa regione, ma è con l’Impero Romano che i vini toscani inizieranno ad acquistare quella fama che non li abbandonerà nei secoli successivi. In Toscana, più che in altri luoghi, il vignaiolo ha saputo proteggere l’ambiente e valorizzare le risorse naturali, riuscendo a coniugare il turismo con l’enologia, grazie anche alla bellezza del paesaggio, dove colline ricoperte di vigneti si alternano a cipressi ed ulivi. Ed è in un ambiente suggestivo, ricco di storia e di fascino tipicamente toscano che, immersa in vigneti e frutteti, sorge la tenuta del Castello di Volpaia. Ed è qui che da un’accurata selezione di uve bianche Malvasia e Trebbiano Toscano, raccolte a settembre e lasciate appassire nella vinsantaia fino a febbraio, si ottiene il vinsanto, che viene poi lasciato affinare per anni in piccole botti di legno. Un vino dal colore ambrato, dal profumo che ricorda la frutta matura e le mandorle, dal sapore dolce, corposo e persistente: un vino da meditazione, ottimo da sorseggiare accompagnandolo ad una fetta di Panforte.

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