Sua Maestà il Brunello, tra Medioevo e Crete

logo_discoveritaliaLe mura d’accesso al regno del Brunello possono idealmente posizionarsi nella magnifica città di Siena, culla dell’arte italiana, tappa dell’antica via Francigena che i pellegrini percorrevano dalla Francia verso Roma. L’itinerario si snoda da Siena in direzione sud, attraverso Murlo, Pienza, fino a raggiungere Montalcino. Nell’incomparabile scenario delle Crete, costituito da colline sabbiose erose dalle acque dilavanti, la rocca di Montalcino è l’estremo avamposto del territorio senese verso i boschi della Maremma e le alture del monte Amiata. In questo paesaggio nasce uno dei più famosi e importanti vini italiani, quello che per primo è entrato nelle grandi aste internazionali delle bottiglie da grande invecchiamento.

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Siena

Città della Toscana e capitale italiana del Medioevo, Siena sorge in una splendida posizione panoramica, su tre colli tra le valli dei fiumi Arbia ed Elsa. Nacque come insediamento etrusco, ma una leggenda narra che furono Senio e Aschio, figli di Remo, a fondare la città. È certo, comunque, che Siena fu una colonia militare romana al tempo di Augusto e divenne franca contea in età carolingia; passata poi sotto la guida dei vescovi (secoli X e XI) divenne in seguito libero comune di parte ghibellina. Grazie alle fiorenti attività commerciali e finanziarie, ebbe una grande crescita economica e urbanistica; risalgono infatti a questo periodo il caratteristico impianto medievale, la poderosa cinta muraria e la piazza del Campo. Spazio di impareggiabile bellezza e fulcro da sempre della vita cittadina, questa piazza a forma di ventaglio si apre proprio nel punto di convergenza fra i tre colli su cui sorge la città. Tali ricchezze resero Siena invisa alle altre città toscane, che, con alterne fortune, sfidarono la sua grandezza in continui scontri. Indebolita da questi conflitti e stremata dalla peste del XIV secolo, Siena perse la sua autonomia consegnandosi a Gian Galeazzo Visconti (1399). Dopo il successivo dominio spagnolo di Carlo V, nel 1555 la città entrò a far parte dello stato mediceo. Con l'arrivo dei Lorena (1737), la città riacquistò l'antico benessere e fu poi la prima tra le città toscane a votare l'annessione al regno d'Italia (1859). Oggi Siena è meta di numerosi turisti, attratti dal fascino dei suoi edifici e dall’allegria dei suoi abitanti, che hanno mantenuto una festa di antica tradizione, il Palio, organizzato nella piazza del Campo.

Piazza del Campo

La folla tende i sensi nell’attesa colorata di stendardi, mentre i cavalli scalpitano, dominati da fantini vibranti che il mondo intero guarda. Uno sparo e via: veloce e dura è la corsa, vicino e sospirato il traguardo. È piazza del Campo, da secoli spettatrice del Palio di Siena: il 2 luglio e il 16 agosto. Così, questo spazio medievale di impareggiabile bellezza, meravigliosa conchiglia lastricata di mattoni divisi da grigia pietra in nove spicchi convergenti verso palazzo Pubblico, dalla fine del ‘200 culla generosamente la vita comune di Siena, in una cornice di meravigliose costruzioni, come palazzo Sansedoni e palazzo d’Elci.

Battistero

Candido marmo bianco sembra trasformare l’abside del duomo: qui si eleva il trecentesco gotico del battistero. La facciata, ritmata da quattro pilastri, è aperta da tre portali, decorata da archetti pensili e bifore, preceduta da un pavimento dalle consumate raffigurazioni del battesimo. L’interno, rettangolo che due grandi pilastri dividono in tre navate dalle volte ogivali, mostra al centro il rinascimentale fonte battesimale di Jacopo della Quercia, costituito da un pilastro, un ciborio coronato dal Battista e una vasca esagonale, a loro volta ornati da Donatello, Giovanni Turino, Lorenzo Ghiberti, Goro di Neroccio e dallo stesso Jacopo, autori degli angioletti bronzei, dei bassorilievi dorati sui quali spiccano le storie del Battista, e delle statue simbolizzanti le virtù.

Duomo

Marmi bianchi e neri, in un clamore di gotico romanico, celebrano il duomo di Siena come meglio non si potrebbe immaginare. Monumentale e bellissimo esempio di architettura religiosa duecentesca, fu costruito su una precedente cattedrale, ampliato poi della cupola e dell’abside e in seguito rifinito a più riprese. A cominciare da Giovanni Pisano e Camaino di Crescentino che lo realizzarono, per continuare con Giovanni di Cecco, che alla fine del sec. XIV completò la facciata, Augusto Castellani a cui si devono i mosaici ottocenteschi di essa, ed Enrico Manfrini, autore del moderno portale. La decorazione della sua facciata è ricchissima: cuspidi triangolari coronano le entrate, le storie della Vergine scolpiscono l’architrave, copie di splendide statue originali, oggi conservate al Museo dell’Opera, la animano mentre arabescate cuspidi e il rosone centrale la impreziosiscono di uno straordinario movimento, dominato dal campanile romanico. L’interno è a tre navate divise da pilastri polistili poggianti su un pavimento marmoreo, unico in tutta la storia dell’architettura religiosa: ben 56 quadri realizzati a graffito o a tarsia. Percorrendo la chiesa, in fondo alla quale si apre la libreria Piccolomini, si ha la sensazione che l’arte venga incontro: dalle sculture e dai dipinti, dalla cappella della Madonna del voto, capolavoro barocco di Gian Lorenzo Bernini, dall’altare maggiore. Dall’abside dove sono un meraviglioso coro ligneo e una bella vetrata circolare. E infine dal pergamo di Nicola Pisano, ottagonale e marmorea scultura gotica.

Pienza

Il monte Amiata e le colline senesi fanno da splendida cornice a questo gioiello rinascimentale della val d’Orcia. Nata dalla trasformazione della medievale Corsignano per mano di Bernardo Rossellino e Leon Battista Alberti, sembra esprimere l’indole poetica di Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II, originario di questi luoghi, che per primo pensò alla risistemazione urbana. Sulla piazza in sua memoria, meraviglia trapezoidale, prospettano notevoli costruzioni, come la cattedrale, opera del Rossellino, al cui interno risplendono i capolavori di Matteo di Giovanni, di Sano di Pietro e del Vecchietta; palazzo Comunale, palazzo Piccolomini dal grande loggiato panoramico e, a pochi passi, la Casa dei Canonici, con il Museo della cattedrale, ricco e pregiato ospite di opere d’arte senese

Montalcino

Chi ama la buona tavola e il buon vino, conosce Montalcino. Non è uno proverbio, ma un modo per ricordare l’amatissimo vino che i vigneti di questi colli senesi, svettanti sulle valli dell’Ombrone e dell’Asso, producono: il Brunello di Montalcino. Il paese, antico borgo di origini etrusco-romane, ha splendido impianto medievale. Cinto da mura e dominato da una rocca trecentesca a pianta pentagonale, il suo centro storico conserva il palazzo dei Priori, oggi sede del Comune, una bella loggia a due arcate gotiche in pietra e il notevole Museo civico e diocesano, dove sono raccolte straordinarie opere dell’arte senese.

A TAVOLA
Salsiccia Coppiette
L’aspetto esteriore è quello di un salume crudo, morbido, che può essere gustato così com’è o cucinato. Varia moltissimo da zona a zona sia per quanto riguarda le dimensioni delle singole pezzature sia per l’aggiunta di spezie (generalmente più abbondante a Siena e in Maremma). L’impasto è a base di carni fresche di maiale. In talune zone si preparano anche salsicce di cinghiale, più saporite, nelle quali è comunque sempre presente una parte di carni di maiale. La salsiccia trova destinazione privilegiata nella cottura sulla griglia per arrivare in tavola accompagnata da fette di polenta arrostite, oppure in umido in tegame con fagioli cannellini. Molto note nelle osterie romane di un tempo dove erano considerate il miglior accompagnamento a bere, sono barrette di carne di cinghiale o di manzo, lavorate in coppia e insaporite con sale e peperoncino. Essiccate e affumicate, sono un caratteristico antipasto nelle trattorie della Maremma, da dove l’uso si è probabilmente diffuso fino a Roma.
Panforte di Siena Pappa col pomodoro
È il più famoso dei pani “spezia”, “pepati” e “melati” (col miele) conosciuti in diverse regioni italiane già nel XIII secolo. Gli ingredienti sono, tra gli altri, zucchero, canditi, farina, mandorle amare, mandorle dolci, noci pestate, spezie e miele. Le diverse versioni di Panforte, generalmente considerato un dolce natalizio, sono proposte tutto l’anno dalle pasticcerie senesi e, al momento del dessert, dai ristoranti e trattorie della città e dintorni. Fra i molti piatti poveri della cucina toscana è certo il più semplice e singolare. Esistono molte versioni della pappa, fondamentalmente costituita da pomodori, olio, brodo, pane raffermo, aglio e basilico. C’è chi fa tostare il pane prima di metterlo nella pentola e chi invece mette tutti gli ingredienti insieme. Il risultato finale è una vera e propria pappa, una poltiglia rosa, profumatissima e saporita. La più elementare e francescana delle minestre.
Raviggiolo    
Formaggio ottenuto da latte di pecora e capra (e talvolta con aggiunta di latte vaccino) di due mungiture. La cagliata non viene però rotta, ma deposta in piccoli canestri di vimini a sgocciolare, dove acquista la caratteristica forma. Talvolta viene presentato avvolto in rami di felce. La pasta è bianca, burrosa, molto tenera.

 

IL VINO
La Toscana è forse la regione italiana dove la cultura del vino vanta le più antiche tradizioni. Sono stati gli Etruschi, a partire dal VIII secolo avanti Cristo, i primi a coltivare la vite in questa regione. Essi utilizzavano come tutori della vite gli alberi vivi: ancora oggi in alcune zone della Toscana si possono scorgere tracce di questa forma aerea di allevamento. Ma è con l’Impero Romano che i vini Toscani iniziano ad acquisire quella fama che non li abbandonerà nei secoli successivi. Oggi i vini toscani sono conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, così come il territorio che li produce. La Toscana è la regione italiana che ha saputo meglio coniugare il turismo con l’enologia, merito anche della bellezza dei suoi paesaggi. Splendide colline ricoperte di vigneti si alternano a cipressi ed ulivi. Qui, più che in altri luoghi, il vignaiolo ha saputo proteggere l’ambiente e valorizzare le risorse naturali. Alcuni scorci del paesaggio toscano sono rimasti tali e quali a quelli dipinti dal pittore Lorenzetti nel XIII secolo! Intorno al borgo medioevale di Montalcino si sviluppa la zona di produzione, o meglio il santuario, di un vino che è diventato un mito: il Brunello di Montalcino. Ottenuto dal vitigno Sangiovese, che localmente viene detto Brunello, rappresenta la punta qualitativa della produzione locale. La eccezionalità di questo vino è dovuta in gran parte alle favorevoli condizioni climatiche e al terreno. Ma un grosso contributo viene anche dal sapiente lavoro di cantina, che prevede una lunga maturazione in botti di legno pregiato, le cui tecniche si tramandano di generazione in generazione. Il Brunello di Montalcino è diventato in questi ultimi anni sinonimo di qualità esclusiva, una sorta di ambasciatore italiano nel mondo della nostra realtà enologica. Vuoi imbandire un pranzo o una cena nello stile della regione? Acquista qui i vini della Toscana selezionati per te dai nostri esperti.

 

DOVE MANGIARE E DORMIRE
La cucina toscana è famosa in tutto il mondo, in questa regione c'è solo l'imbarazzo della scelta. A Siena vi consigliamo una sosta all'enoteca Sotto le Fonti (tel. 0577-226446), un bel locale arredato con gusto dove potrete gustare accanto ad una cucina tradizionale, come le paste fatte in casa, Pici e Pannicelli, anche un ottima selezione di formaggi. Molto ben fornita la carta dei vini. Altro posto a Siena che merita una visita è l'osteria Castelvecchio (tel. 0577-49586) un piccolo locale dalle volte in mattoni che propone piatti secondo stagione, provate la Carabaccia, una zuppa la cui ricetta risale al medioevo. A Pienza un buon indirizzo è l'osteria La Porta (tel. 0578-755163), anche qui cucina regionale, Pici, Malfatti, zuppe, ribollita e pappa al pomodoro. Buona scelta di vini toscani. Per trascorre la notte uno degli alberghi più belli appena fuori Siena è la Certosa di Maggiano (tel. 0577-288180), ricavato in un antico monastero, atmosfera tranquilla, ottimo servizio, la pace e la privacy che si respira giustifica i prezzi elevati. Un altro buon indirizzo è la Locanda dell'Amorosa a Sinalunga (tel. 0577-679497) ricavata in una antica villa di campagna, dispone di poche camere estremamente curate, nelle stalle ristrutturate è stato ricavato un bel ristorante dove si cucinano i prodotti dei campi che circondano la locanda.
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