I grandi vini delle valli altoatesine

logo_discoveritaliaL’itinerario alla scoperta dei vini altoatesini è diviso in due tratti partendo in entrambi i casi da Bolzano, capoluogo del Tirolo meridionale e pilastro dell’economia di tutto il territorio circostante. Il primo tratto si dirige verso ovest e risalendo il corso del fiume Adige raggiunge Merano e prosegue lungo la val Venosta. Poco meno di 30 km accompagnano il visitatore attraverso un ambiente d’eccezione caratterizzato da antichi castelli, vitigni importanti e cantine rinomate, fra le più apprezzate della regione. L’altro tratto, invece, porta verso est e si estende alla valle Isarco, fino alla val Pusteria. I filari più bassi delle pergole sono lambiti dalle acque dell’Isarco che scende dalle alture del Brennero; poche sono le costruzioni e molto radi i paesi. Il punto d’arrivo è la splendida Bressanone e l’adiacente Varna, dove sorge l’imponente abbazia di Novacella.

Bolzano

In un’ampia e soleggiata piana, poco a monte della confluenza dell’Isarco nell’Adige, all’incrocio di importanti vie naturali verso la pianura e l’Austria, si trova Bolzano, capoluogo dell’Alto Adige, città profondamente germanizzata a partire dal sec. XII, che conserva numerose testimonianze architettoniche di stile prettamente tedesco. Ricordata per la prima volta da Paolo Diacono con il nome di Castrum Bauzanum, la località fu sede di remotissimi insediamenti preistorici. Remoto è anche il periodo in cui si iniziò a coltivare la vite, attività che dà vini pregiati come i bianchi della valle dell’Isarco e bolzanini rossi (Colli di Bolzano e Santa Maddalena). Sullo sfondo, le cime dolomitiche. Il duomo, costruito in forme gotiche nei secc. XIV e XV, è caratterizzato dal tetto a forti spioventi con tegole colorate e da un campanile con cuspide a trafori; portali e rilievi decorano la struttura. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale hanno profondamente danneggiato l’interno della chiesa che è stato oggetto di un grandioso restauro. Qui si leggono ancora gli affreschi parietali dei secc. XIV-XV e si possono ammirare sia il magnifico altare barocco sia il pulpito del 1514. Poco lontano si trovano la chiesa dei Domenicani e la chiesa dei Francescani; la prima, eretta alla fine del sec. XIII in forme gotiche tedesche, conserva nelle cappelle di S. Giovanni e di S. Caterina importanti cicli di affreschi di pittori veneti ed emiliani del ‘300 di ispirazione giottesca; la seconda, fondata nel 1221 e rimaneggiata nella prima metà del ‘300, ha un bel chiostro con archi trilobi su colonnine, con resti di affreschi trecenteschi.

Terlano

Villeggiatura estiva tra vigneti che hanno dato il nome a un vino bianco D.O.C. di notevole stile. Interessante è la parrocchiale gotica con la facciata decorata da un affresco del ‘400 riproducente S. Cristoforo, e due campanili: quello romanico inglobato e l’altro, discosto, rifatto nell’‘800. All’interno, affreschi quattrocenteschi.

Merano

Alla confluenza della val Passiria nell’alta valle dell’Adige sorge la seconda città della regione, dopo Bolzano, (un tempo Meirania) che, dal sec. XII, fu possesso dei conti del Tirolo e capitale della contea. Il nucleo più antico, alla destra del fiume Passirio, ha conservato la pittoresca e suggestiva impronta medievale, mentre intorno si sono sviluppati i quartieri più recenti, in posizione ridente tra parchi e giardini. Il clima mite e la presenza di sorgenti d’acqua minerale radioattiva hanno favorito lo sviluppo della città come stazione di soggiorno e di cura di rinomanza mondiale. Notevole importanza vi hanno anche il commercio della frutta e dei vini e ogni anno vi si svolge la gara ippica del Gran Premio di Merano.

Chiusa

Centro agricolo e di piccole industrie del legno, nonché meta di turismo, alla confluenza del torrente Tinna con l'Isarco. Era un passaggio obbligato per i mercanti che dall’Italia si avventuravano verso il Brennero e le terre centrali dell’Europa. Intorno al centro sono ancora raccolti vecchi edifici con bei portali (secc. XV-XVI), dominati dalla Torre del Capitano del sec. XIII. Poco lontano, l’arroccato monastero di Sabiona raccoglie, cinto da mura e torri, un complesso di edifici romanici, gotici e del ‘600. Merano.

Bressanone

L’antica Pressena, poi Brixina, sorge in una delle poche conche create dall’Isarco. Dalla fine del sec. X divenne sede del vescovado, poi dal 1027 capitale di un vasto principato vescovile, il cui potere durò fino al 1803. L’abitato comprende un centro storico racchiuso dalle mura medievali e caratterizzato da dimore di tipo nordico e da vie fiancheggiate da bassi portici. Col vicino complesso di Novacella, Bressanone costituisce il maggior centro artistico dell’Alto Adige, meta di intenso turismo, favorito da buone attrezzature alberghiere. L’impronta tipicamente tedesca delle case si ritrova anche negli sporti a vetrate, nelle cornici e timpani merlati (via dei Portici Maggiori). Artisticamente notevoli, nel centro, le piazze del Duomo e della Parrocchia. Palazzo dei Principi-Vescovi e museo: edificio fortificato con fossato, ha un’elegante facciata del sec. XVIII e un magnifico cortile tardo-rinascimentale a portici e due ordini di logge su pilastri. Alcuni pilastri presentano nicchie con statue di vescovi e di imperatori.Costruito nel sec. XIII dal principe vescovo Bruno de Kirchberg, è stato più volte ampliato e trasformato in castello alla fine del ‘500. Il Museo diocesano, ospitato nelle sale del palazzo, conserva il ricchissimo tesoro del duomo (paramenti sacri e sigilli dei principi vescovi), e una raccolta d’arte tra le più vaste della provincia di Bolzano: sculture lignee medievali, tavole di artisti rinascimentali e tele di pittori altoatesini di epoca barocca (S. Kessler, J.G.D.Grasmair, P. Troger).

Il duomo, rifatto nel 1745-54 su base romanica del sec. XIII, è tra le più notevoli chiese tardo-barocche della regione; la facciata è incorniciata da due svettanti campanili. L’interno, grande e fastoso, conserva pale settecentesche di M. Unterberger e affreschi della scuola del Troger. Suggestivo il chiostro romanico su colonne binate, riadattato alla fine del sec. XIV, interamente decorato da un ciclo di affreschi di pittori tardogotici della scuola brissinese (fine sec. XIV- inizio XVI). Sul chiostro guarda il battistero di S. Giovanni, la più antica delle costruzioni, originaria del sec. XI, con preziosi affreschi due-trecenteschi.

A TAVOLA
Speck Graukäse
Il più classico esempio di carne conservata dell’Alto Adige è oggetto di attente cure nella produzione e di ancora più attenti controlli sulla qualità raggiunta per la concessione del marchio a fuoco “Südtirol” o “Alto Adige. Lavorazione: per arrivare a questo risultato il prodotto dev’essere ottenuto utilizzando soltanto le migliori cosce dei suini (rifilate a regola d’arte e salate), aromatizzato secondo le ricette tradizionali, salmistrato a secco, non pressato, affumicato a freddo con legna scelta, asciugato a una temperatura non superiore ai 20° C e infine stagionato per almeno 20 o 24 settimane a seconda del peso. In origine lo speck era un alimento indispensabile per le popolazioni montanare che abitavano nei masi altoatesini e ha ancora oggi connotazione di prodotto familiare. Ogni preparatore ha la propria ricetta, che non rivela: gli ingredienti impiegati sono sempre gli stessi, variano soltanto alcune erbe aromatiche durante il processo di affumicatura e le dosi di sale e di spezie, che sono affidate alla sensibilità dell’operatore. A tavola: la presentazione più classica è quella abituale in Alto Adige, con le fettine di speck ordinate sul tagliere, secondo il sistema detto Brettlspeck. E’ uno dei più tipici formaggi altoatesini, prodotto in particolare in Val Pusteria a Sesto e in Val Venosta a Lagundo. Si tratta di una particolare ricotta stagionata, confezionata in piccole forme di peso variabile fra i 500 g e 1 kg o poco più. La ricotta, ottenuta dalla lavorazione del siero dopo la produzione del formaggio, ha una bassa percentuale di grasso( non superiore all’1%) e viene tenuta in ambienti appositi a stagionare per 15 giorni. Acquista così un sapore accentuato e piccante, molto gradevole. Non è un formaggio da far maturare: va consumato entro breve tempo altrimenti rischia di inacidire.
Scodeghini Knödel
Caratteristico insaccato che tende a recuperare tutte le parti del maiale. Si tratta di un ruvido impasto macinato di cotenne e musetto, con pepe e spezie. Corrispondono ai canederli trentini: si tratta di grossi gnocchi sferici serviti come primo piatto. Quelli di magro sono di pane raffermo impastato con farina, latte, burro, uova, prezzemolo e cipolla; quelli di grassi possono avere speck tritato, fegato di vitello o di manzo, salame sbriciolato. A tavola: in brodo o asciutti conditi con burro fuso e formaggio, ma accompagnano anche carni in umido.

 

IL VINO
Tra Bolzano, Merano e Bressanone, si estende la zona dell'Alto Adige, zona dagli splendidi paesaggi dove le vigne si alternano ai castelli. Il vitigno più coltivato è la Schiava, vitigno autoctono a bacca rossa, conosciuto ed apprezzato fin dal Medioevo. Altri vitigni autoctoni sono il Lagrein, sempre a bacca rossa, ed il Traminer Aromatico, a bacca bianca dal profumo intenso caratteristico che qui trova una delle sue espressioni migliori. Tra i vitigni di importazione troviamo, tra i francesi il Cabernet, il Pinot Nero e lo Chardonnay, mentre tra i tedeschi il Riesling ed il Sylvaner. Qui si coltiva con successo anche il Müller Thurgau, incrocio tra Riesling Renano e Sylvaner Verde il cui nome deriva dal suo creatore: il Professor Müller originario del cantone svizzero di Thurgau. Il 99% della produzione di questa zona è D.O.C.: caratteristica unica in Italia che testimonia l’estrema attenzione per la qualità dei vignaioli altoatesini. Vuoi imbandire un pranzo o una cena nello stile della regione? Acquista qui i vini dell'Alto Adige selezionati per te dai nostri esperti.

 

DOVE MANGIARE E DORMIRE
Ad Aldino, circa quaranta chilometri a sud di Bolzano, merita una sosta la trattoria-albergo Krone (tel. 0471886825), locale vecchio di secoli condotto magistralmente dalla famiglia Franzelin, propone specialità regionali tra cui i famosi canederli ed il Gröstl, ossia carne lessa di manzo con patate e cipolle, ottima la carta sia dei vini che dei formaggi. A Signato vi consigliamo invece la piccola trattoria-locanda Signaterhof (tel. 0471365353) dove potrete gustare l'ottima cucina sudtirolese proposta dai coniugi Lobiser. Per dormire vi consigliamo a Bolzano l'albergo Castel Guncina (tel. 0471285742), ricavato, come dice il nome, da un bel castello situato in mezzo ai vigneti con una splendida vista sopra la città. A Bressanone un ottimo indirizzo è l'albergo Elefante (tel. 0472832750), che prende il nome da uno di questi animali che attraversò le Alpi per essere condotto come regalo all'imperatore Ferdinando d'Austria e che qui sostò. Un albergo d'altri tempi dall'atmosfera calda ed accogliente.
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