Piemonte: culla del Barolo

Marco Tamborelli

Il nostro sommelier per il Piemonte è Marco Tamborelli

Marco è Sommelier Professionista A.I.S., laureato in giurisprudenza, appassionato di design e arte, lavora per una importante azienda vinicola piemontese.

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La viticoltura in Piemonte è stata introdotta nel VI-V secolo avanti Cristo dai Greci, ma è "soltanto" durante l'Impero Romano che la vite inizia ad essere diffusa sul territorio: è in questo periodo che compaiono le prime tecniche di coltivazione della vite e vengono realizzate le prime cantine interrate per migliorare la qualità del vino. Nei secoli successivi la viticoltura piemontese, pur attraversando dei momenti poco favorevoli specialmente durante il periodo medioevale, rimane comunque una delle forme di agricoltura più praticate anche perché una delle più remunerative. Nel XVIII secolo sotto il potere della famiglia Savoia, la viticoltura piemontese assume quelle caratteristiche qualitative che la renderanno famosa negli anni successivi.

Oggigiorno si può certamente dire che il Piemonte costituisce una delle regioni vinicole più prestigiose d'Italia, secondo molti la migliore. In Piemonte il vino è sinonimo di cultura, di impegno nel lavoro, di tradizioni secolari. Alla base del successo certamente la favorevole conformazione del terreno: gran parte del territorio è coperto da colline. Vediamo quali sono le zone vinicole principali.

Innanzitutto partiamo dalla zona che da maggior lustro alla viticoltura piemontese: le Langhe e Roero. E' questa una zona particolarmente adatta alla coltivazione della vite: un terreno prevalentemente collinare ed un clima secco favoriscono una produzione di qualità. Il vitigno più diffuso è il Nebbiolo, il cui nome si pensa derivi dalla parola "nebbia": infatti è un vitigno che produce un uva che matura tardivamente quando le prime nebbie fanno capolino sulle colline. Questo vitigno da origine in questa zona ad uno dei vini più conosciuti di Italia, il Barolo, gloria dell'enologia piemontese che prende il nome dal paese omonimo. Nato nelle tenute dei Marchesi Faletti, questo nobile e robusto vino è particolarmente adatto all'invecchiamento: può essere bevuto anche dopo 20 o più anni senza che la sua qualità ne risenta. E' un rosso con una personalità unica, che va servito a temperature superiori ai 18° e, particolare curioso, si conserva in bottiglia anche se già stappata.

A sud del fiume Po, adiacente alle Langhe e Roero, troviamo la zona del Monferrato, suddivisa in tre sottozone, Monferrato Casalese, Monferrato Astigiano e Alto Monferrato. Zona caratterizzata da distese di colline, che lega la propria fama a quattro vitigni che qui danno il meglio di se: Barbera, Grignolino, Dolcetto e Moscato. Barbera è il vitigno piemontese per antonomasia, che da origine ad un rosso vinoso dal profumo caratteristico. Il Grignolino invece genera un rosso più delicato ed asciutto. Il Dolcetto dal sapore gradevolmente amarognolo vanta in questa zona risultati unici. Infine il Moscato che qui da origine ad un vino dolce conosciuto in tutto il mondo: l'Asti Spumante, prodotto in grande quantità tanto da costituire da solo circa un terzo di tutta la produzione spumantistica italiana.

A nord, a sud del lago d'Orta, troviamo la zona delle Colline Novaresi e Vercellesi dove si producono altri due campioni del vitigno Nebbiolo: il Gattinara ed il Ghemme. Grandi vini rossi dal profumo caratteristico di violetta, che contendono al Barolo il primato della longevità e prendono il nome dai paesi omonimi. Il primo ha una storia addirittura secolare essendo già apprezzato dal cardinale Mercurino Arborio e da lui introdotto con successo alla corte imperiale di Carlo V nel XVI secolo.

Clicca su una delle zone vinicole evidenziate sulla cartina per scoprire i vini della regione

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