Principe di Corleone Bianco Alcamo Pollara

La Sicilia è uscita dal ruolo di promessa nel campo della viticoltura, essa è ormai a tutti gli effetti tra le regioni a più alta vocazione vinicola della penisola, e varie sono le zone di produzione di alto rango. La DOC di Alcamo è certamente tra queste. La bottiglia che abbiamo di fronte sembra rimandare alla nobiltà isolana, sia per nome che per aspetto: alta e dalla bella etichetta. Il suo contenuto ha 12,5%, è composto di cataratto all'80% e damaschino, e regala un naso dai profumi fini, di media intensità, sui toni dei fiori gialli, della camomilla e dell'uva matura. Il tutto su un sottofondo lievemente minerale. Il colore è un tipico paglierino, di intensità media, e l'impatto gustativo piacevole e fresco. Aromaticamente il gusto non ci dice molto di più del naso, ma tattilmente il vino si rivela di buona consistenza, con quel pizzico di aggressività (acida-salata) che regge a lungo, fino e oltre la deglutizione. Una bella presenza che associata agli aromi non intensi ma eleganti, rende questo vino molto piacevole. La chiusura è un crescendo di sapidità, su una base secca ed amarognola che ci fanno ben intravvedere abbinamenti con piatti di pesce, anche grassi, fritti, primi piatti non troppo saporiti. Un altro sorso e un po' di fantasia, e siamo proiettati nella calda sera di un luglio siciliano, di fronte al mare, a sorseggiare un fresco Principe di Corleone come aperitivo, con formaggi freschi e delicati salumi.

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