Karmis Contini

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Sulla contro etichetta leggiamo che si tratta del vino più rappresentativo per l'azienda, ottenuto da una delle zone pregiate della Valle del Tirso, dalla quale deriva il nome: Karmis. Rese assai basse, 30-40 quintali per ettaro, e accurata selezione delle uve per un vino che al momento dell'assaggio ci dà l'impressione di essere in magmatica evoluzione. Il colore è paglierino con riflessi dorato-verdognoli e gli aromi sono di fieno, tisane e salmastro, ma ancora chiusi, da scavare. L'assaggio poi si rivela denso di presupposti e assai problematico. Sentiamo l'anice e toni vanigliati a inizio bocca, ma poi sembra quasi che il liquido cambi natura: l'iniziale dolcezza si perde e ci ritroviamo con un vino sapido, anzi salato, e amaro, di struttura decisa ma segnatamente sovralcolico e poco equilibrato. Abbiamo poi ritappato e riposto in frigo la bottiglia; dopo qualche giorno il vino presentava sempre caratteristiche simili, ma in un quadro complessivo assai migliore. Il nostro consiglio al produttore è di allungare l'affinamento in bottiglia: per il vino più rappresentativo si può fare. Mentre al consumatore suggeriamo di non avere fretta, di tenere la bottiglia in cantina, oppure di non acquistarne una sola, ché la curiosità di vedere come possa evolversi tale informe potenza può valere la spesa per un paio di esemplari.

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