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​Dolcetto di Diano d'Alba D.O.C.G.: storia, vitigno, caratteristiche del vino, zona di produzione, abbinamenti e vendita online

By Luca Stroppa 18 ottobre 2022 138 Views

Dolcetto di Diano d'Alba: storia, vitigno, caratteristiche del vino, zona di produzione, abbinamenti e vendita online

Vuoi sapere tutto sulla D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba? Vuoi conoscere le tipologie di vini ammesse dal disciplinare e le loro proprietà organolettiche? Vuoi scoprire il vitigno alla base di questi vini, la sua zona di coltivazione e le sue caratteristiche pedoclimatiche? Vuoi qualche suggerimento sui migliori abbinamenti?

Bene, non devi fare altro che dedicare pochi minuti alla lettura del nostro approfondimento sul Dolcetto di Diano d'Alba D.O.C.G. Per comodità, abbiamo diviso l'articolo in 10 mini paragrafi in cui rispondiamo ad altrettante domande chiave su questa Denominazione.

1. Che cos'è il Dolcetto di Diano d'Alba?

"Dolcetto di Diano d'Alba" o "Diano d'Alba" è una denominazione del Piemonte. Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) dal 1974, è diventata Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.) a partire dal 2010.

2. Quali tipologie di vini rientrano nella D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba?

La D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba comprende 2 tipologie di vini rossi:

- Dolcetto di Diano d'Alba versione base;

- Dolcetto di Diano d'Alba versione Superiore.

La principale differenza tra le due versioni è il differente titolo alcolometrico volumico minimo totale (gradazione alcolica): almeno 12,5% vol. per la versione Superiore, 12% vol. per la versione base. Inoltre, mentre il Dolcetto di Diano d'Alba” (base) può essere immesso al consumo dal 1 gennaio dell'anno successivo alla vendemmia, il Dolcetto di Diano d'Alba Superiore solo dal 1 settembre dell'anno successivo alla vendemmia.

Il disciplinare consente il ricorso alla menzione "Vigna" (riportabile in etichetta) e ad una delle 76 "menzioni geografiche aggiuntive" purché "la vinificazione e la conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri e nei documenti di accompagnamento e che figuri nell’apposito elenco regionale [...]".

3. Quali sono le menzioni geografiche aggiuntive della D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba?

La D.O.C.G. "Dolcetto di Diano d'Alba" prevede 76 possibili menzioni geografiche aggiuntive, individuate e mappate con precisione nel 1988, poi inserite nel disciplinare di produzione con il nome di "Sörì" seguito da un nome geografico o tradizionale specifico, che definisce la singola area particolarmente vocata. In piemontese, Sorì sta per "luogo solatio", soleggiato e ben esposto al sole, perfetto per la coltivazione della vite.

I 76 Sorì della D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba, tutti rientranti nel comune di Diano d'Alba, sono: Sorì Vigna della Lepre, Sörì dei Peggi, Sörì della Vigna, Sörì del Montagrillo, Sörì Bric del Camparo, Sörì Teologato, Sörì Costa Fiore, Sörì del Luma, Sörì dei Servetti, Sörì dei Crava, Sörì Bric dei Gatti, Sörì del Cascinotto, Sörì del Bartu, Sörì Cascina Arione, Sörì Ciabot Rus, Sörì del Pradurent, Sörì della Briccola, Sörì Colombè, Sörì Sant’Eurosia, Sörì Parisa, Sörì Gabriel, Sörì Bruni, Sörì Cristina, Sörì del Carzello, Sörì Santa Lucia, Sörì Cascina Manzano, Sörì di San Quirico, Sörì del Bric della Biria, Sörì La Fajà, Sörì del Servaj, Sörì dei Piani, Sörì dei Pittatori, Sörì della Richeria, Sörì Cascina San Sebastiano, Sörì Cascina Carbone, Sörì Cascina Flino, Sörì Cascina Benevello, Sörì degli Abelloni, Sörì del Bric Majolica, Sörì del Romino, Sörì della Piadvenza, Sörì Cascina Saliceto, Sörì La Rocca, Sörì della Madonnina, Sörì della Rivoglia, Sörì del Moncolombetto, Sörì del Rabalotto, Sörì della Sorda, Sörì dei Pasquali, Sörì del Parisio, Sörì del Montadino, Sörì del Rapalino, Sörì della Pezzea, Sörì di San Calogero, Sörì del Ricchino, Sörì della Sorba, Sörì Cascina Rabino Soprano, Sörì Cascina Rabino Sottano, Sörì del Mongrande, Sörì delle Cecche, Sörì Bric del Ciabot, Sörì dei Berfi, Sörì dei Ciapa, Sörì del Genesio, Sörì Autin Grand, Sörì del Bonorej, Sörì Bric del Gerlotto, Sörì del Sot, Sörì dei Fossà, Sörì degli Ubert, Sörì della Regnura, Sörì Autin Souvè, Sörì Autinot, Sörì Vigna del Bric della Mattea, Sörì della Mattea e Sörì Cascina Langhetto. (elenco tratto da sorididiano.it)

4. Qual è il vitigno della D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba?

I vini rientranti nella D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba possono essere ottenuti solo da uve 100% Dolcetto.

5. Dove si produce il Dolcetto di Diano d'Alba? Qual è la zona di produzione del Dolcetto di Diana d'Alba?

Le uve utilizzate per la produzione dei vini Dolcetto di Diano d'Alba devono essere coltivate esclusivamente all'interno del territorio del comune di Diano d'Alba, in provincia di Cuneo.

Diano d'Alba si trova nelle Langhe, in un'area collinare sul fiume Tanaro, a sud della città di Alba. Anticamente fu abitata prima dai Liguri e poi dai Romani, che diedero il nome all'attuale comune, in onore della dea della caccia Diana. Il riferimento è ai boschi che dominavano questa zona, prima che fosse riconvertita alla coltivazione della vite, e alla caccia che qui si praticava.

6. Dove comprare online il vino Dolcetto di Diano d'Alba D.O.C.G.?

Nella nostra enoteca online puoi trovare un eccellente Dolcetto di Diano d'Alba D.O.C.G. Si tratta del Dolcetto di Diano d'Alba "Sorì del Ricchino" Rizieri: prodotto da uve Dolcetto coltivate in una piccola vigna di oltre 50 anni, nella zona "Sorì del Ricchino" di Diano d'Alba (Cn), è di colore rosso porpora, è fragrante, floreale (viola) e fruttato (ciliegia e more), mentre al palato è minerale, giustamente tannico e ben strutturato, con un'ottima capacità di invecchiamento e con un finale ammandorlato.

7. Quali sono le caratteristiche del terroir di Diano d'Alba?

A Diano d'Alba il vitigno Dolcetto incontra condizioni ideali per esprimersi al meglio e dare vita a vini Dolcetto di qualità eccelsa, tanto da guadagnarsi la D.O.C.G.

Devi sapere che il vitigno Dolcetto ama i luoghi ben esposti e soleggiati e adora le escursioni termiche. Le colline di Diano d'Alba garantiscono queste condizioni pedoclimatiche meglio di qualunque altro luogo, facendone l'habitat prediletto di questa varietà.

In particolare, per la coltivazione delle uve atte alla produzione dei vini Dolcetto di Diano d'Alba D.O.C.G. sono da considerarsi idonei solo terreni di carattere argilloso e calcareo, compresi quelli che si caratterizzano per una loro combinazione; esclusivamente collinari, mentre non sono ammessi i terreni di fondovalle; ad altitudini inferiori ai 550 metri s.l.m; ben esposti e molto soleggiati, per un'ottima maturazione delle uve.

8. Quali sono le caratteristiche del vino Dolcetto di Diano d'Alba?

I vini della D.O.C.G. Dolcetto di Diano d'Alba presentano caratteristiche organolettiche che li rendono facilmente distinguibili. In particolare, si caratterizzano per una notevole fragranza, con profumi floreali di viola che convivono armoniosamente con profumi di frutti rossi (ciliegia e more), a cui si aggiungono sentori vinosi e sensazioni legnose particolarmente evidenti con l'invecchiamento. Al palato sono secchi, asciutti, minerali, giustamente tannici, rotondi e vellutati, con una struttura consistente. Tipico e distintivo il finale ammandorlato.

9. Quali sono i migliori abbinamenti cibo e Dolcetto di Diano d'Alba?

Per le sue caratteristiche di equilibrio e armonia gustativa, il Dolcetto di Diano d'Alba è un vino che si rivela molto versatile nell'abbinamento. É perfetto con primi piatti di pasta ripiena e arricchiti con sughi o condimenti di carne. Fantastico, ad esempio, l'accostamento con gli agnolotti piemontesi! Nelle versioni Superiori e più strutturate è un vino da carni bianche saporite e da carni rosse, oppure da formaggi di media stagionatura.

10. Perché il Dolcetto di Diano d'Alba si chiama così?

L'espressione Dolcetto di Diano d'Alba si compone di due termini: Dolcetto, il nome del vitigno, e Diano d'Alba, quello dell'unico comune della D.O.C.G.

Precisiamo che, come abbiamo visto nelle righe precedenti, il Dolcetto non è un vino dolce!

Il nome, in effetti, potrebbe ingannare i meno esperti. La sua origine va rintracciata nel termine piemontese "dosset", dal duplice significato: "morbido" oppure "dolce". "Morbido" come la sensazione vellutata che genera la palato, oppure come le "morbide" colline dove si coltivano le sue uve. Se, invece, tradotto come "dolce", il riferimento è all'ottima concentrazione zuccherina di partenza delle sue uve (zuccheri che vengono poi trasformati in alcol durante la sua produzione per dare vita ad un vino secco, non dolce!).

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Posted in: Vini d'Italia
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