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​10 cose che devi sapere sull’Aglianico del Vulture

By Luca Stroppa 12 ottobre 2020 1025 Views

10 cose che devi sapere sull’Aglianico del Vulture

L’Aglianico del Vulture è la D.O.C. più rappresentativa di una piccola ma fertile regione vitivinicola, ovvero la Basilicata. Il suo vino rosso, dalla storia secolare, ottenuto dal principale vitigno della zona, è entrato di diritto nell’Olimpo dell’enologia italiana.

Nel nostro articolo puoi scoprire, in 10 punti, tutti i segreti della D.O.C. Aglianico del Vulture.

1. Ellenico … Aglianico

L’Aglianico è un vitigno a bacca rossa molto antico, originario della Grecia e introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C.

Il nome stesso di questo vitigno rimanda, con ogni probabilità, alla parola “Ellenico”, “di origine o provenienza greca”. Nel corso del tempo, questo termine avrebbe subito una serie di variazioni linguistiche fino ad arrivare al nostro “Aglianico”. Secondo altri, invece, “Aglianico” deriverebbe da “Elleatico” in riferimento alla polis greca di Elea, collocabile nell’attuale provincia di Salerno, dove questo vitigno sarebbe stato introdotto per la prima volta proprio dai coloni greci, prima di giungere in Basilicata.

2. Il Vulture

La zona prediletta per la coltivazione del vitigno Aglianico è il Vulture, un’area di medio e alta collina che si sviluppa attorno all’omonimo massiccio, situato nella zona settentrionale della Basilicata, in provincia di Potenza.

Il Monte Vulture è un vulcano spento, attivo fino al Pleistocene, la cui passata azione eruttiva ha portato alla formazione di terreni di origine vulcanica e arenaria, molto fertili e adatti alla coltivazione della vite.

3. L’Aglianico del Vulture

La denominazione di origine controlla “Aglianico del Vulture” prende il nome da quello del vitigno, l’Aglianico, e da quello della zona dove viene coltivato e dove si esprime al massimo delle sue potenzialità, ovvero l’area vitivinicola del “Vulture”.

4. Il riconoscimento della D.O.C.

Già in epoca medievale, grazie all’opera degli ordini ecclesiastici, gran parte delle pendici del Vulture erano occupate da terreni coltivati a vite, determinando un affascinante paesaggio viticolo.

Con il trascorrere degli anni, la fama e il valore di quest’area crebbe a tal punto da diventare un punto di riferimento per l’enologia mondiale, tanto che, nel trattato di ampelografia (Ampélographie), curato da Pierre Viala e Victor Vermorel, in collaborazione con una équipe internazionale di 70 ampelografi, l’Aglianico fu inserito nell’Olimpo dei vitigni più conosciuti a livello internazionale e il Vulture tra le zone vitivinicole più prestigiose.

Si giunse così al riconoscimento della D.O.C. con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 febbraio del 1971.

5. I vini della D.O.C.

La denominazione di origine controllata “Aglianico del Vulture” comprende due distinte tipologie di vini:

- il vino rosso“Aglianico del Vulture”

- il vino spumante “Aglianico del Vulture”

Mentre la produzione del vino rosso affonda le sue radici in un passato secolare, ed è quella che ha fatto conoscere questo vitigno in tutto il mondo, la versione spumante è più recente, risalente alla prima metà del XX secolo. Quest’ultima è stata pensata per l’elevata richiesta del mercato di questa tipologia di vino e per la capacità del vitigno Aglianico di dare vita a grandi spumanti metodo classico.

6. Solo Aglianico

I vini facenti parte della D.O.C. devono essere ottenuti da uve provenienti esclusivamente dal vitigno Aglianico. Non è dunque ammesso l’utilizzo di uve di altri vitigni.

7. La zona di produzione

La zona di produzione dei vini della Denominazione comprende i territori, o parte dei territori, di 15 comuni situati in provincia di Potenza: Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano di Lucania.

8. Il terroir del Vulture

L’orografia collinare della zona di produzione, la buona esposizione, i terreni vulcanici, ma soprattutto la presenza del massiccio del Vulture, concorrono a determinare un terroir unico, ventilato, luminoso e con un sottosuolo ricco di tufo, che svolge un’indispensabile azione di riserva idrica estiva, rendendo questi terreni particolarmente vocati per la coltivazione dei vigneti di Aglianico.

Molto particolare il clima: la forte aridità nei mesi di luglio e agosto e le alte temperature medie sono mitigate dalle correnti d’aria richiamate dal massiccio del Vulture e dalle brezze collinari che rinfrescano l’ambiente e consentono alle uve di maturare lentamente e completamente, molto spesso anche fino a novembre.

9. Caratteristiche dei vini “Aglianico del Vulture”

Il vino rosso Aglianico del Vulture si caratterizza per un colore rosso rubino e per i suoi aromi prevalentemente fruttati (bacche, drupe e frutti di bosco), ma anche floreali, soprattutto viola, tipici del vitigno. Al sapore il vino presenta una buona un’acidità e sapidità, oltre ad un’ottima struttura, che determinano un equilibrio gustativo e una piacevolezza difficili da riscontrare in altri vini.

Nella versione spumante presenta un tipico colore rosso rubino tendente al granato, un perlage fine e persistente, un bouquet floreale e fruttato molto delicato ed elegante ed un sapore moderatamente dolce.

10. Il vino che dona vita, gioia e conforto …

Quinto Orazio Flacco, noto come Orazio, è stato un famosissimo poeta e scrittore romano, originario di Venosa, in provincia di Potenza, una delle zone d’elezione della Denominazione. E proprio Orazio ha menzionato più volte il vino della sua terra, esaltandone la qualità e il prestigio. Celebre la sua frase: “l'Aglianico misurato col cervello e bevuto con il cuore, dona alla vita conforto, gioia e fiducia”.

Ma il vino del Vulture conquistò il consenso anche di altri storici personaggi, da Carlo I d'Angiò a Papa Paolo III Farnese, che non nascose la sua preferenza per questo rosso, sempre presente durante i suoi pasti privati e istituzionali.

Posted in: Vini d'Italia
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