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​Sciacchetrà: il vino passito delle Cinque Terre

By Luca Stroppa 15 luglio 2020 2123 Views

Sciacchetrà: il vino passito delle Cinque Terre

Cinque Terre è il nome con cui si indica una spettacolare area costiera della Riviera Ligure di Levante che riunisce 5 coloratissimi borghi della provincia di La Spezia, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, che sorgono su scogliere a picco sul mare e che sono ricchi di vigneti coltivati su ripidi terrazzamenti. Un territorio inserito, nel 1997, tra i Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO.

Qui viene prodotto un passito dolce pregiatissimo, che non ha eguali nel panorama enologico mondiale. Un vino incredibile che andremo a scoprire in questo articolo.

Sciacchetrà: storia, curiosità e origine del nome

Le prime notizie sull’attività vitivinicola nelle Cinque Terre sono del VI-V secolo a.C., quando i greci giunsero sulla costa di Levante e cominciarono a produrre vino. Da quel momento in poi si verificò, in tutta questa zona, un grande sviluppo delle aree dove praticare la coltivazione eroica della vite, addomesticando terreni a picco sul mare con appezzamenti sostenuti da muretti a secco. Oltre ai vitigni della zona, l’Albarola e il Bosco, dalle origini misteriose, qui si cominciò a coltivare anche uno dei vitigni a bacca bianca più tipici d’Italia e del Mediterraneo, il Vermentino. Da questi vitigni, i coltivatori locali ricavavano, e continuano a ricavare, una serie di vini bianchi di grande qualità e uno straordinario vino dolce passito, lo Sciacchetrà.

Stando alle testimonianze scritte che ci sono giunte, lo Sciacchetrà, prodotto da un’attenta selezione delle uve migliori dei vitigni tipici della zona, era considerato un vino da consumare soltanto in occasioni speciali o nel corso di particolari cerimonie religiose locali, tant’è vero che, inizialmente, non fu messo in commercio al di fuori dell’area d’origine. Secondo la tradizione, le famiglie dei cinque borghi avevano il compito di rifornire la parrocchia di riferimento del vino per la celebrazione della messa. E il vino riservato per questa solenne occasione era il migliore che veniva prodotto, quello che era conosciuto dagli abitanti come “Vino dolce”, o “Vin duse”, ma soprattutto come “Rinforzato”, “Refursà” in dialetto, per l’elevato contenuto zuccherino derivante dall’appassimento delle uve.

Tra i rappresentanti ecclesiastici della zona, il vino cominciò ad essere denominato “sciaccatras”, una sorta di rielaborazione del nome biblico “shekar”, che indicava il vino fermentato offerto a Dio. Secondo altri, il termine “sciaccatras” deriva dal dialetto locale “sciacàa”, ovvero “schiacciare”, e “trà”, “tirare”, che qualcuno ha interpretato come “mettere da parte”, in vista dell’appassimento delle uve. Sembra che il primo ad aver introdotto in forma scritta la parola “sciaccatras” fu il pittore macchiaiolo Telemaco Signorini, che nel suo diario dedicato alle estati trascorse nelle Cinque Terre scrive: “in settembre, dopo la vendemmia, si stendono le migliori uve al sole per ottenere il rinforzato o lo sciaccatras”. Da qui si sarebbe giunti a "sciacchetrà", con cui il “Rinforzato” è oggi conosciuto e commercializzato.

Sciacchetrà: caratteristiche del vino

Lo “Sciacchetrà”, nel corso del XX secolo, ha ottenuto un grande successo, ed è stato riconosciuto come vino passito di eccellente qualità, tanto da guadagnarsi la DOC, “Cinque Terre Sciacchetrà”, nel 1973.

Lo “Sciacchetrà si ottiene da tre vitigni (Bosco su tutti, Albarola e Vermentino), presenti, soli o congiuntamente, nella percentuale minima dell’80%. Per il restante 20% possono concorrere altri vitigni a bacca bianca coltivabili in Liguria.

La zona di produzione delle uve ricade interamente nella provincia di La Spezia e comprende i terreni dei comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso e parte del territorio del comune di La Spezia, denominato “Tramonti di Biassa” e “Tramonti di Campiglia”.

In queste zone, i vigneti sono coltivati su terrazzamenti caratterizzati da sassi e roccia, ricchi di scheletro, in alta collina e a picco sul mare, dove si pratica una viticoltura eroica, con costi elevati, basse rese e risultati eccellenti. Il microclima è ideale per la coltivazione della vite. I vigneti sono ben esposti e le montagne proteggono dai venti freddi del nord. L’importante escursione termica tra il giorno e la notte favorisce, inoltre, lo sviluppo di uve con spiccata aromaticità, perfette per la produzione dello Sciacchetrà.

Il vino DOC “Cinque Terre Sciacchetrà”, previsto anche in versione Riserva, deve essere ottenuto dal parziale appassimento delle uve dopo la raccolta, in luoghi idonei e ventilati, solitamente su graticci all’ombra, lontani dall’azione diretta dei raggi solari. Il colore del nettare è giallo dorato con vivaci riflessi ambrati; ha profumo intenso e persistente con tipici sentori di miele e di albicocca e con retrogusto mandorlato; il sapore è dolce, mai stucchevole, mitigato da eleganti note sapide; potente, di corpo e struttura. Un grandissimo vino bianco da dessert o da meditazione.

Nell’enoteca online di Wineshop.it è in vendita il Cinque Terre Sciacchetrà DOC della Cantina Cinque Terre, la più importante realtà produttiva della zona. Il suo Sciacchetrà è una perla enologica dal colore giallo ambrato, luminoso e denso con riflessi topazio. Al naso si presenta con note fresche di agrumi canditi, frutta secca, erbe aromatiche e i tipici sentori di miele e albicocca, mentre al palato offre sensazioni dolci, fresche e sapide, una buona struttura e un finale lungo e persistente. Assolutamente da provare!

Posted in: Vini d'Italia
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