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​Orvieto D.O.C.: origine, storia, vitigni, zona di produzione, vini, caratteristiche, abbinamenti e curiosità

By Luca Stroppa 10 maggio 2022 263 Views

Orvieto D.O.C.: origine, storia, vitigni, zona di produzione, vini, caratteristiche, abbinamenti e curiosità

Oggi l'Umbria, pur non avendo una superficie vitata troppo ampia, grazie alle favorevoli condizioni pedoclimatiche, è una di quelle regioni in cui si raggiungono livelli qualitativi davvero alti. Si racconta, ad esempio, che i vini di Orvieto fossero così eccellenti che la Chiesa di Roma non esitò a farne scorta. I vini qui prodotti sono stati ribattezzati i "vini dei Papi".

Nella zona di Orvieto e parte dell'Alto Lazio si sviluppa una Denominazione che è la protagonista del nostro approfondimento: l'Orvieto D.O.C.

1. Che cosa s'intende per Orvieto D.O.C.?

"Orvieto" è il nome di una Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) istituita il 24 ottobre del 1971. Successivamente, dopo una serie di studi sui vitigni da utilizzare e sulla loro possibilità di assemblaggio, sono state introdotte molte modifiche al disciplinare, soprattutto in riferimento alla base ampelografica dei vini e alle percentuali di utilizzo delle uve delle diverse varietà coinvolte. Per questo, l'Orvieto D.O.C., nell'ampio panorama delle Denominazioni italiane, è considerata quella o una di quelle che ha subito il maggior numero di trasformazioni.

2. Quali tipologie di vini rientrano nella D.O.C. Orvieto?

La D.O.C. Orvieto comprende esclusivamente vini bianchi in versione base o con la sottozona Classico.

La versione base o con menzione "Classico" può essere prodotta nelle tipologie secco, abboccato, amabile, dolce, superiore, vendemmia tardiva e muffa nobile. Come specifica il disciplinare di produzione: "La tipologia vendemmia tardiva può essere rivendicata esclusivamente per il vino a denominazione di origine controllata 'Orvieto' e 'Orvieto' Classico con la qualificazione superiore".

3. Quali sono i vitigni della D.O.C. Orvieto?

I vini della D.O.C. Orvieto devono essere ottenuti dalle uve dei vitigni a bacca bianca Trebbiano Toscano (Procanico) e Grechetto, un vitigno a bacca bianca tipico dell'Umbria, per almeno il 60%.

Possono essere utilizzate, per il restante 40%, altre uve di altri vitigni a bacca bianca coltivabili nella Regione Umbria e nella Provincia di Viterbo.

4. Qual è la zona di produzione dei vini Orvieto D.O.C.?

La zona di produzione delle uve utilizzate per produrre i vini Orvieto D.O.C. comprende una serie di comuni tra le province di Terni, in Umbria e Viterbo, nell'Alto Lazio, proprio al confine con l'Umbria. Insomma, la Denominazione si sviluppa tra due Regioni!

Tra i comuni della provincia di Terni ci sono: Orvieto, Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Ficulle, Guardea, Montecchio, Fabro, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto e Porano.

Tra quelli in provincia di Viterbo: Castiglione in Teverina, Civitella D’Agliano, Graffignano, Lubriano e Bagnoregio.

5. Qual è la zona "Classica" della D.O.C. Orvieto?

La sottozona “Orvieto Classico” è riservata a quei vini le cui uve sono coltivate nella zona storica e originaria, quella della valle del fiume Paglia, a ridosso della città di Orvieto.

Siamo, grosso modo, nel territorio anticamente appartenente alla città etrusca di Velzna (identificata con parte del territorio dell'attuale Orvieto).

6. Qual è la storia della D.O.C. Orvieto?

La storia dei vini di Orvieto è strettamente legata alla civiltà degli Etruschi che, nel X sec. a.C., dopo aver fondato la città di Velzna, l'attuale Orvieto, compresero le potenzialità vitivinicole del territorio e quelle del tufo nel processo di produzione del vino.

Furono loro a mettere a punto un sistema di vinificazione denominato “a tre piani”. Dal disciplinare di produzione: "nelle cantine l’uva si pigiava a livello del suolo [piano 1] ed il mosto, attraverso apposite tubature di coccio, colava nei locali sottostanti in cui fermentava [piano 2]. Dopo la svinatura, il vino si trasferiva a un livello ancora più profondo [piano 3, adatto per la maturazione ed il lungo affinamento". Questo sistema originava vini eccelsi, di una qualità difficilmente riscontrabile in altri prodotti dell'epoca.

Nel 264 a.C. la città di Orvieto fu distrutta dai romani e momentaneamente abbandonata per poi essere riqualificata e utilizzata come luogo in cui far riposare i veterani, prendendo il nome di Urbs-Vetus ("città vecchia"), poi "italianizzata" in "Orvieto".

Con le invasioni barbariche, la popolazione romana trovò riparo proprio tra le colline attorno all'abitato di Orvieto, riscoprendone l'enorme tradizione e potenziale vitivinicolo.

Altro momento chiave per la sua affermazione fu il XVI-XVII secolo, quando la zona diventò metà di villeggiatura di pontefici, alti prelati, cardinali e vescovi. Furono queste figure di spicco ad apprezzare i prodotti enologici locali, contribuendo alla loro diffusione. Si racconta che i vini di Orvieto fossero i preferiti di Papa Paolo III Farnese e papa Gregorio XVI, tanto da essere ribattezzati "vini dei Papi".

Il prestigio di questi prodotti si è mantenuto fino ai giorni nostri. Addirittura, tra Ottocento e Novecento, le versioni dolci o "muffa nobile" dei vini di Orvieto erano considerate le migliori in circolazione e andavano per la maggiore, anche rispetto ai famosissimi Sauternes francesi. La differenza principale stava in quella sensazione di zolfo che si riscontra nel passito d'Oltralpe e che, invece, non è presente in quello di Orvieto.

Con una storia simile, il riconoscimento della D.O.C., nel 1971, fu dovuto e scontato.

7. Quali sono le caratteristiche del terroir della D.O.C. Orvieto?

La zona di produzione della D.O.C. Orvieto presenta caratteristiche perfette per la coltivazione della vite in termini di altitudine, condizioni climatiche e ricchezza del suolo.

In particolare, l'area collinare dove sorge Orvieto è caratterizzata da un suggestivo altopiano di roccia tufacea che determina un terroir unico per la viticoltura. Il clima è prevalentemente mediterraneo-temperato, con buone escursioni termiche giornaliere. In epoca pre-vendemmia (settembre-ottobre), le temperature sono decisamente miti e favoriscono un'adeguata maturazione delle uve e lo sviluppo completo del loro corredo aromatico.

La composizione dei terreni è più eterogenea. Si alternano aree sabbiose, argillose-vulcaniche (nel viterbese dove un tempo sorgeva un vulcano da cui ha avuto origine il Lago di Bolsena) e alluvionali-limose che donano ai vini diverse specificità. In linea generale, da terreni vulcanici sorgono vini più strutturati mentre da quelli alluvionali più leggeri e delicati.

8. Quali sono le caratteristiche dei vini della D.O.C. Orvieto?

I vini della D.O.C. Orvieto si presentano in un colore giallo paglierino nella versione secca, dorato e ambrato nelle versioni passite dolci, muffa nobile o vendemmia tardiva.

Nella versione secca si distingue per i suoi aromi fruttati di pesca e per le sue note di fiori gialli, miele e frutta secca nelle versioni dolci. Al palato è fresco, sapido e minerale, come i terreni da dove proviene. É piuttosto rotondo e morbido, caratteristiche ancor più evidenti nella versione Superiore e in quelle da Vendemmia Tardiva o Muffa Nobile.

Al gusto è sempre persistente con finale amarognolo (versione secca) o di frutta secca (versioni dolci).

9. Quali sono i migliori abbinamenti Orvieto D.O.C. e cibo?

Le versioni secche dell'Orvieto D.O.C. sono perfette con piatti di pesce o con primi piatti di pasta senza sugo o con sughi leggeri. Nella versione Superiore accompagna alla grande ogni tipo di carne bianca.

Nella tipologia dolce, da Vendemmia Tardiva o da Muffa Nobile, trova naturale collocazione a fine pasto con il dessert o con i formaggi stagionati e erborinati.

10. Dove comprare online i vini Orvieto D.O.C.?

Se stai pensando di acquistare un vino di questa Denominazione e ti stai chiedendo in quale enoteca online completare l'acquisto, la risposta è lo shop di Wineshop.it. I nostri sommelier hanno selezionato per te una grande etichetta di Orvieto D.O.C., versione secca, di prima qualità e dall'ottimo rapporto qualità prezzo.

Insomma, per farti risparmiare tempo, il lavoro di scouting lo abbiamo fatto noi. A te non resta altro che acquistare l'Orvieto D.O.C. "Noe dei Calanchi" Paolo e Noemia D'Amico. Davvero eccellente, fidati!

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Posted in: Vini d'Italia
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