Beachstones

Questo bel racconto ci è stato inviato dal nostro cliente Vincenzo D'Antonio di Napoli.

Notte di Ferragosto.
Sì, va bene; lo so. Una canzone cantata da Gianni Morandi nei mitici e favolosi anni ’60. Calda la spiaggia e calmo il mare. Fosse per me potrebbe anche essere caldo il mare e calma la spiaggia. Calma nel senso di lasciata lì, da sola, a meditare, dopo le calcate diurne di rari bagnanti. Con quella spiaggia, io ho preso un ammiccante appuntamento. Sì, ci andrò un pomeriggio di settembre, neanche agli inizi, no, nella terza decade, quando il calendario recita che è autunno e quando qui, un po’ a dispetto, ci prendiamo la parte più soave e dolce dell’estate. Un caldo che è carezza generosa ed un mare che invita. E andrò a guardarmi quei massi anfibi, un po’ all’asciutto ed un po’ bagnati dal mare, anche, a volte, del tutto bagnati dal mare. Dipende dal mare, dalla marea, dal vento. Dipende. E hanno un colore magico: indescrivibile. Sono beachstones.

I suoi occhi hanno un colore magico, indescrivibile.

29 settembre.
Sì, va bene; lo so. Una canzone mitica, cantata dal mitico Lucio Battisti nei favolosi anni ’60. ...vedevo il mondo che girava intorno a me. Ho appena finito di pranzare: fusilli con peperoncini verdi ed alici in salsa rosa. Anche perché il nome in etichetta evocava il nome della salsa, ho accompagnato questo dovizioso e sapido piatto, con una bottiglia di Lacrimarosa 2000, di Mastroberardino. E un po’ di vino è ancora nella bottiglia. Che faccio, me lo guardo ? Oddio, che faccio me lo guardo e poi davvero, improvvido e sfacciato, addirittura provo a recitare la poesia di Eduardo, quella sul vino che, alla fine, ...vince la partita con l’eternità ? Come sono dubbioso; ma che mi succede ? Va bene, ho deciso. La bottiglia la lascio qui, con il suo tappo ben rimesso, che tanto, è questione di poche ore, neanche di ora di cena, intendo dire. Non vado a dormire: è un pomeriggio così bello, così dolce ! Vado a Termini, là dove la penisola della Penisola Sorrentina finisce. Finisce perché, ...perché finisce ! E di fronte c’è Capri. Lascio l’auto nella piazzetta di Termini: non c’è nessuno. Prendo a piedi il sentiero che indica per Punta Campanella. E poi, dopo circa dieci minuti di cammino, prendo l’indicazione per Mitigliano. Qui il sentiero cessa di essere agevole, e il posto diventa ancor più incantevole. Capri è lì, struggente e fascinosa. Mostra i suoi faraglioni, lateralmente annessi, e par che dica: “quando vieni? quando vuoi venire? quando venite?“ Mi faccio strada tra ulivi carichi di olive e micro orti emittenti pomodori rosso fuoco, saporiti. Scendo: la baia di Mitigliano è lì. Non c’è nessuno. Il mare è lì che gioca a farsi il bagno. Le onde si divertono. Il Lacrimarosa ha finale così lungo e persistente che ancora lo avverto. Proseguo. Certamente, devo proseguire. Sto onorando un appuntamento che presi la notte di ferragosto. I tornanti più pericolosi sono stati addomesticati da corrimano in legno: ne beneficio e, lo prevedo, ancor più me ne gioverò nella risalita. Tutto è più nitido. La luce è tersa. Capri è vicinissima: gli orti, i giardini delle case, e le barche, grandi e piccole, a ridosso del porto di Marina Grande. Forza, ancora pochi metri. Eccomi, ci sono. Sono alla spiaggia di Mitigliano. E’ un posto bello. E’ un posto bello assai. Sono solo. Mi prende, se possibile, una dolce euforia. Smetto le scarpe blu, necessarie per percorrere il non facile sentiero, e calzo le ciabattine da mare, blu. Smetto la maglietta blu. Mi tolgo il cappellino blu. Sfilo dal polso l’orologio. Lascio il tutto accovacciato su una pietra e proseguo verso la riva. Le onde ? Manco mi vedono. Continuano a giocare; ogni sciabordio è buono per raccontarsi qualcosa: l’eterno gossip del mare. E sì che ne sanno di cose. Ricordano ancora di un certo Ulisse, e dell’incanto delle sirene. Adesso sono vicino ai beachstones: dal colore unico ed indescrivibile. Sono nella loro migliore condizione anfibia: per metà il mare li bagna costantemente, circondandoli; per la metà superiore, li irrora con spruzzi irregolari. Mi siedo su un beachstone, per intercettare gli spruzzi, non freddi, frizzantini, e per guardare ancor meglio l’altro beachstone. Smarrisco il tempo. E poi, cambio. Sì, mi siedo sull’altro beachstone. Il sole è più basso, adesso. E mi indica, caldo, calmo e maestoso, non severo, l’occidente. L’Oceano Atlantico, altre terre. Ma l’America sta ad occidente?

I suoi occhi hanno un colore magico, indescrivibile. Lei adesso sta in America. Un giorno, me lo ha promesso, verrà qui.

E’ il tredici dicembre, Santa Lucia. E’ una splendida giornata di fine autunno. E’ mezzodì. Che si fa? Si prepara il pranzo? Va bene. E se qualcuno l’avesse preparato già, prima di noi, meglio di noi ? Così è: Paolo il grande chef, ha approntato, con la sapienza dei gesti quotidiani mai discosti dal gusto nel compierli, i suoi sontuosi stuzzichini. Nello zainetto, sì. Ah, no! Tutto quello che volete ma i bicchieri di plastica, no. E se quelli si rompono ? E noi stiamo attenti: questione di packaging! Me la vedo io, me la vedo. A momenti ingombra più lo zainetto con i due bicchieri e la bottiglia di Lacrimarosa che non lo zainetto con gli stuzzichini. Lasciamo l’auto nella piazzetta di Termini: non c’è nessuno. Prendiamo per Punta Campanella e poi per Mitigliano. Gli ulivi sono spogli. L’aria è malandrina. La luce è intensa e tersa. Il mare è placido e Capri è lì: unica e bella come solo essa sa esserlo. Si scende accortamente: preziosi i due carichi. Si parla poco, il silenzio è lì che implora ed ottiene attento ascolto. Eccoci arrivati sulla spiaggia di Mitigliano. Quasi il freddo non si avverte. Anzi, un gradevolissimo tepore. Ed un incipiente appetito. Il desco è approntato! Provvido cavatappi lascia che il Lacrimarosa scivoli nei bicchieri. Lo chef Paolo ha fatto, anche stavolta, ottimi stuzzichini. Siamo con i piedi nell’acqua, ed i bicchieri in mano! E i beachstones sono lì, ed hanno un colore magico, indescrivibile. E lei adesso è qui, qui accanto a me. Ed i suoi occhi hanno lo stesso colore dei beachstones: magico ed indescrivibile. Il sole scende presto. Non per nulla si dice: ...Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia! Comunque, prima dell’imbrunire, più intenso e pungente il freddo, siamo già risaliti. Due beachstones lasciando, come sempre, a Mitigliano, e due beachstones stando, per sempre, vicino a me.

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