Lazio: i bucatini all'amatriciana

Matriciana o Amatriciana? Antica diatriba che vede contrapposti i romani agli abitanti di Amatrice, cittadina dei monti della Laga, in provincia di Rieti. Secondo i romani questo piatto sarebbe nato a Roma e sull’origine del termine "matriciana" ci sono diverse ipotesi più o meno verosimili: secondo alcuni deriverebbe dal latino "matara", i vasi che i romani utilizzavano per conservare i pomodori per il sugo (in realtà i pomodori furono introdotti in occidente solo dopo la scoperta dell’America!); secondo altri sarebbe da ricollegare a "matriarcato", in quanto veniva preparato solo in occasione di riti molto particolari che si svolgevano durante il solstizio d’inverno sui monti dell’alto Lazio e dai quali erano del tutto esclusi gli uomini; infine potrebbe derivare da "matricale", una pianta aromatica che veniva unita al sugo. Secondo gli abitanti di Amatrice, invece, la ricetta sarebbe stata inventata dai pastori, con i poveri ma genuini ingredienti che disponevano, e successivamente esportata a Roma dove questi andavano a svernare poiché il loro clima era molto rigido. Che si tratti di matriciana o di amatriciana quello che è certo è che oggi questo piatto è diventato uno dei simboli della cucina romana e che ancora si può gustare nelle tipiche trattorie della Capitale.

BUCATINI ALL'AMATRICIANA

Ingredienti per quattro persone: 500 grammi di bucatini, 500 grammi di pomodori, 200 grammi di guanciale, mezzo bicchiere di vino bianco, 50 grammi di pecorino grattuggiato, peperoncino, olio extravergine di oliva.

Preparazione: fate rosolare in una padella il guanciale tagliato a dadini con un cucchiaio di olio extravergine di oliva; unite il vino bianco e, dopo alcuni minuti, i pomodori a filetti ed il peperoncino. Lasciate cuocere per circa 10 minuti. Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e saltatela in padella con il sugo, aggiungendo il pecorino.

Abbinamento consigliato: FRASCATI SUPERIORE TERRE DEL CASALE CASALE MATTIA

Regione ricca di storia e testimonianze millenarie, culla della civiltà romana che tanto ha dato alla cultura del vino, diffondendola in tutto il mondo, paradossalmente il Lazio non occupa i primi posti del panorama enologico italiano, anche se non mancano produttori in grado di dare alla luce vini di pregevole qualità. La zona vinicola più importante è sicuramente quella dei Castelli Romani. Queste colline situate a sud est di Roma sono state sin dai tempi dell’Impero Romano zona di villeggiatura degli abitanti della capitale. Ricche di ville e giardini, vengono associate nell’immaginario collettivo alle scampagnate fuori porta con tappa nella classica trattoria dove l’oste serviva direttamente il vino dalle botti. Anche se parte di queste tradizioni hanno subito ultimamente l’inevitabile degrado del turismo di massa, i vini dei Castelli continuano ad essere i vini più bevuti della regione. E’ nel cuore del comprensorio della zona di produzione del Frascati DOC che l’Azienda Casale Mattia ha deciso di recuperare la tradizione e ridare prestigio ad uno dei vini bianchi più antichi d’Italia. Nasce così, dall’unione di uvaggi tradizionali di Malvasia Bianca, Malvasia di Candida e Trebbiano Giallo, con le uve provenienti da antichi vitigni frascatani, Bombino e Bello, il Frascati Superiore, vino dal colore giallo paglierino, dal profumo delicato e gradevole, dal sapore morbido e vellutato. Degustatelo insieme ad un piatto di bucatini all’amatriciana, magari in una tipica trattoria: assaggerete il vero gusto della tradizione!

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